Poetry
la belle dame sans merci
La Belle Dame sans Merci (dal francese: "La bella dama senza pietà") è una ballata scritta dal poeta inglese John Keats. Esistono due versioni, con poche differenze tra loro. L'originale fu scritto da Keats nel 1819, sebbene il titolo sia quello di un poemetto del XV secolo di Alain Chartier.
Perché soffri, o Cavaliere in armi?
Non parti e non ritorni, indugi qui da solo
Sono avvizziti i giunchi in riva al lago
E nessun uccello più canta o prende il volo
Perché soffri, o Cavaliere in armi?
E pallido indugi desolato
Il granaio è pieno e il raccolto è gia ammucchiato
E l'inverno eccolo è arrivato
Un giglio ti è cresciuto sulla fronte
Sulla rugiada che te l'ha imperlata
La febbre che ti accende il rosso delle guance
Ti ha reso rosa sfiorita senza filtro
Vagando i campi incontrai una donna
Di bellezza smisurata, figlia di una fata
I capelli aveva lunghi e il passo leggero
Gli occhi aveva di selvaggia fiera
Per il suo capo feci una ghirlanda
E poi bracciali e un profumato cinto
Lei mi guardo proprio come se mi amasse
E l'aria con un gemito percosse
La misi in sella sopra al mio destino
E altro più non vidi per quella giornata
Che la sua vita dondolarsi nel cantare
Una canzone sua dolce di fata
Trovò per me radici di piacere
Favi di miele e stille di manna
Di sicuro in quella sua lingua di lontano
Disse, "È vero è certo che ti amo"
E mi porto nella sua grotta di elfi
E pianse e quando pianse sospirò
E allora i suoi selvaggi occhi io chiusi
Con la croce dei miei quattro baci
E fu lei che cullandomi nel sonno
Mi addormentò come sciagurato
Nel sogno a lei affidato
Sognai l'ultimo sonno
Nel fianco del monte ghiacciato
E vidi Cerere e principi del mondo
Pallidi di lutto e di morte
La bella dama dissero che non ha pietà
Ha in pugno la tua sorte e la tua età
E vidi labbra bianche sopra i denti
Torcersi in orrende grida
Dal sonno mi svegliai nel freddo abbandonato
Nel fianco del monte ghiacciato
Ed ecco dunque perché qui dimoro
E resto e indugio e indugio qui da solo
Non so più partire, incantato ad aspettare
Chi mi tolse il sogno dal cuore
Ed ecco dunque perché qui dimoro
E resto e indugio e indugio qui da solo
Anche se sono avvizziti i giunchi in riva al lago
E nessun uccello più canta o prende il volo
Nessun uccello più canta o prende il volo