Sono due le direttrici principali su cui si muove la linea narrativa del quarto episodio di Penny Dreadful, che sancisce il giro di boa della prima stagione, costituita da otto puntate. La prima evolve quella che sembra essere la main line della stagione, ovvero la ricerca di Mina Murray da parte del padre, sir Malcolm. Continuano le domande al vampiro catturato nel corso del terzo episodio, ed anche gli esperimenti di Victor Frankenstein, che cerca di fare delle trasfusioni di sangue per provare a curare quello che sir Malcolm continua a reputare una malattia, un morbo da sconfiggere. Tuttavia, oltre a non fare alcun tipo di progresso, risulterà evidente come la presenza del vampiro altro non sia se non un modo per portare dentro la casa il suo Maestro, alla ricerca di Vanessa, per motivi ancora ignoti. Il grande protagonista di Demimonde, tuttavia, è Dorian Gray: interpretato da Reeve Carney, Dorian è un giovane nobiluomo annoiato, elegante, ambiguo, bisessuale e dotato di un fascino cui nessuno sembra essere immune, spettatore incluso. Il personaggio, nonché i suoi testi, sono scritti benissimo e ne fanno risaltare in poche battute la natura, rendendolo padrone della scena senza necessità di trovate eccessive. Il finale stesso dell’episodio lo vedrà in primissima linea in una situazione sorprendente e non poco coraggiosa da parte dello sceneggiatore John Logan. Ciò che rende Penny Dreadful una visione gustosa e piacevole è anche lo scorcio di piccoli elementi di un’epoca passata che regala in più momenti. Due esempi su tutti: la rappresentazione teatrale al Grand Guignol, offerta quasi nella sua interezza durante la puntata e resa incredibilmente bene, e che permetterà tra le altre cose di vedere all’opera la creatura di Frankenstein impegnata nel suo lavoro; e la bisca segreta di scommettitori clandestini alle prese con puntate in denaro sul numero di topi che un cane ucciderà lì davanti a loro. Tutti dettagli che fanno di Penny Dreadful un pot-pourri di mistero, estetica, gotico e costume imperdibile.  ! ☺